L'Arminuta - Donatella Di Pietrantonio
TRAMA: Ci sono romanzi che toccano corde così profonde, originarie, che sembrano chiamarci per nome. È quello che accade con L'Arminuta fin dalla prima pagina, quando la protagonista, con una valigia in mano e una sacca di scarpe nell'altra, suona a una porta sconosciuta. Ad aprirle, sua sorella Adriana, gli occhi stropicciati, le trecce sfatte: non si sono mai viste prima. Inizia così questa storia dirompente e ammaliatrice: con una ragazzina che da un giorno all'altro perde tutto - una casa confortevole, le amiche più care, l'affetto incondizionato dei genitori. O meglio, di quelli che credeva i suoi genitori. Per «l'Arminuta» (la ritornata), come la chiamano i compagni, comincia una nuova e diversissima vita. La casa è piccola, buia, ci sono fratelli dappertutto e poco cibo sul tavolo.
Donatella Di Pietrantonio, in quest'ultimo romanzo, ci conduce in un viaggio negli abissi dell'animo di chi perde, all'improvviso, tutte le sue certezze.
La protagonista è una ragazzina che viene chiamata da tutti "la ritornata". Affidata dopo la nascita ad una coppia di parenti della madre, cresce in una cittadina abruzzese circondata dall'affetto e dalle attenzioni fino a quando viene "restituita", come un oggetto, alla famiglia d'origine. Forzatamente sradicata dalla sua realtà, si ritrova catapultata in una nuova dimensione, quella di un piccolo paese dell'entroterra dove ogni cosa, ogni via, ogni persona è sconosciuta.
"Ero l'Arminuta, la ritornata. Parlavo un'altra lingua e non sapevo più a chi appartenere. La parola mamma si era annidata nella mia gola come un rospo. Oggi davvero ignoro che luogo sia una madre".
L'arminuta è stata generata, ceduta, cresciuta nella menzogna e nuovamente ceduta, restituita.
Un romanzo che sviscera con incredibile maestria, i sentimenti di un'adolescente che sperimenta per ben due volte l'abbandono.
“Ero figlia di separazioni, parentele false o taciute, distanze. Non sapevo più da chi provenivo. In fondo non lo so neanche adesso.”
Leggiamo della sua sofferenza, della sua fatica, della sua paura e del suo sconcerto e lo facciamo attraverso le parole e i gesti dei protagonisti che vengono descritti in modo assolutamente convincente. La scrittura è coinvolgente, genuina, cruda e, nonostante il tema indubbiamente complesso e doloroso, non assume mai toni pietosi o clamorosi ma risulta sempre diretta ed essenziale.
LO SGUARDO DELLA PSICHIATRA: Si legge spesso, anche sulle pagine di cronaca dei quotidiani o nei talck show, dei casi di abbandono e della relativa "sindrome abbandonica". Nel romanzo il nucleo centrale è proprio l'abbandono che viene visto da tre diverse prospettive: la figlia abbandonata, la madre che abbandona e il genitore affidatario che abbandona a sua volta. Le due madri, pur vivendo in contesti socio-culturali differenti, sono accomunate dalla scarsa o deficitaria armonia coniugale e da tratti di personalità disfunzionali che le rendono, nel complesso, affettivament assenti.
La figlia abbandonata invece, percorre un silenzioso e autonomo cammino verso la ricerca della propria identità e del proprio equilibrio e si misura costantemente con le insicurezze e le fragilità che frequentemente manifestano gli adolescenti che hanno sperimentato "un attaccamento" inadeguato verso le figure genitoriali.
Titolo: L'Arminuta
Autrice: Donatella Di Pietrantonio
Pagine: 162
Editore: Einaudi
Prezzo: € 17,50