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Matrigna - Teresa Ciabatti


“Devastazione”, da “ravage”, è il termine che si usa in ambito psicoanalitico per descrivere i rapporti irrisolti tra madre e figlia, quei legami conflittuali caratterizzati da sentimenti contrastanti amore/odio, da rivalità, incomprensioni e senso di colpa. Sono questi i rapporti che finiscono spesso per essere oggetto di analisi in psicoterapia ed è questo il tema che Teresa Ciabatti affronta nel suo ultimo libro “Matrigna”.  

La Ciabatti, ispirata dal tema della scomparsa dei minori, racconta la vita di Noemi attraversando con lei le fasi dolorose della scomparsa del fratello minore avvenuta quando lei era poco più che una bambina. Sviscera e maneggia, senza pudori né ipocrisie, l’ambivalenza del rapporto di Noemi con Andrea, il fratello e figlio prediletto, e la madre. Un figlio scompare nel nulla, di lui non si hanno più notizie e i membri restanti della famiglia sono costretti a rimodellarsi e adattarsi a nuove dinamiche sotto il peso angosciante di un vuoto incolmabile. In una sorta di memoriale emotivo Noemi ripercorre la propria vita e si rivede gelosa di quel fratellino bellissimo, biondo, perfetto che l’ha spodestata dal centro del mondo della madre. Si rivede nei panni della bambina alla quale era stato affidato il fratello. Lo tiene per mano passeggiando in una fiera affollata, si fa spazio tra la gente e, all’improvviso, la sua mano non stringe più quella del fratello, non stringe più nulla. Andrea è scomparso. Noemi rivede se stessa definitivamente e ingiustamente confinata nell’ombra ai margini di una famiglia che si disgrega ogni giorno di più. Lei, la figlia inadeguata, è quella non vista, non considerata, la parte marginale del nucleo. È lei che resta, lei che deve lottare per salvarsi da una madre arida e complessa, lei che desidera fuggire da quella realtà per non farvi più ritorno. Noemi tenta di sopravvivere all’insoddisfazione della madre, alla sua instabilità e alla sua incapacità di amarla, prova a contrastare quel legame distruttivo che sempre più la disorienta e che mina la sua autostima e il suo futuro. Noemi comprende che deve cercare altrove ciò che non ha avuto. Comprende che per salvarsi deve allontanarsi. Lascia quindi il suo paese, studia, si laurea, lavora e trova l’amore. Costruisce il suo porto sicuro in un luogo distante e protetta da un uomo che la accoglie rispettando le sue fragilità. Con uno stile asciutto e rabbioso, la Ciabatti passa in rassegna le fasi dell’individualizzazione, della separazione e della differenziazione da una figura materna inadeguata e approda infine ad una sorta di bonifica, una riappacificazione che porta il nome di “accettazione”. È un libro denso, complesso, magnifico.


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