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Tutti parlano. Io leggo Professione di fede del lettore


Io sono una lettrice. Si, sono proprio una lettrice, è scritto nel mio DNA. E lo sono stata molto prima di diventare un medico, prima di essere mamma, prima di tutto. E’ semplicemente la mia natura. 

La lettura è uno strumento privilegiato che consente di accedere a punti di vista diversi,  è un potente mezzo per l’emancipazione emotiva, è ciò che consente di ampliare e modificare la percezione che abbiamo di noi e del mondo che ci circonda. È una pratica meditativa che svuota la mente da tutti i pensieri inutili di cui ci carichiamo, è un antidoto contro lo stress e le difficoltà della vita.

La finzione narrativa rappresenta un meraviglioso simulatore di vita che, tramite l’identificazione e l’empatia, consente di 

ampliare in modo esponenziale le esperienze soggettive e, di conseguenza, le proprie abilità relazionali e comunicative.

La lettura crea una sorta di bolla spazio-temporale in cui è possibile dimenticare la rata del mutuo, ignorare il collega molesto, la calza smagliata e il Milan che perde sempre (infatti io che, lo confesso tra le lacrime, sono da sempre tifosa milanista, leggo tantissimo perché ho molto da dimenticare). Da qualche parte, tempo fa, lessi che “la morte della lettura sta mettendo in pericolo l’anima” e, santo cielo, pare che l’anima sia proprio una cosa importante per non prendersene cura! 

Quindi: Buone letture a tutti!! ;) 

L’articolo, più esteso, è stato pubblicato anche sulla rivista scientifica psychiatryonline.it nella mia Rubrica Un libro e una tazza di tè. 

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