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Vita da Psichiatra


Io ve lo voglio dire. 

Conscia di abbattere un credo sociale, una diceria popolare, una speranza recondita che in fondo, lo so, coltivate in gran segreto, io sento l’esigenza di dirvelo: nessuno e quando dico nessuno intendo proprio dire che N E S S U N essere umano che svolga la mia professione, ha il benché minimo interesse a “psicoanalizzarvi” quando vi incontra casualmente alla cassa del supermercato, in coda alle poste o davanti ad una gustosa Capricciosa con doppia mozzarella. Vi racconto una serata tipo dello psichiatra medio (ma anche dello psicoterapeuta medio eh). Noi “psicocosi” amiamo (talvolta) trascorrere allegramente una serata tra amici e così, come fossimo comuni mortali, chiacchieriamo ingenuamente perché siamo tremendamente fiduciosi e ben disposti verso quelle ore di svago che ci sembrano una parentesi rosa (ma anche verde, azzurra o gialla) tra 200mila ore di lavoro... e ad un certo punto arriva, inesorabile, inevitabile, sicura e puntuale come la rata del mutuo, la stoccata che ci colpisce tra capo e collo, la stilettata che affonda nel rene, l’immancabile: “Oddio, tu che fai la psichiatra, chissà cosa penserai di me? Mi stai analizzando eh??” Ebbene, no. Giuro, no. Perché mai dovrei intrufolarmi nei meandri della tua mente adesso che stavo per affondare il cucchiaino nel profitterol al cioccolato? Perché dovrei spendere energie vitali per cercare di estrapolare una diagnosi dai tuoi racconti sulla tua collega che ti schiavizza? Perché dovrei avere voglia di stilarti un profilo personologico per altro basato su quelle due storielle che hai raccontato sul tuo ex, perché dovrei voler “analizzare” quella stronza della tua amica sulla quale hai spettegolato per ore sciorinando imbarazzanti aneddoti evanescenti come la nebbia? Ecco, io ve lo voglio proprio dire (rullo di tamburi): l’analisi personale non si fa mentre mentre mastichi la crosta della pizza o mentre cerchi di levarti un pezzo di prosciutto che si è fastidiosamente cacciato tra i denti, non si fa mentre bevi un mojito sognando di essere ai Caraibi e non si fa mentre passeggi barcollando su un tacco 12 (anche 7 dai che oggi mi sento umile) per le vie del centro mentre sbavi dietro a quel paio di Balenciaga! L’analisi, la psicoterapia sono processi terapeutici che richiedono un setting adeguato (uhhhh che paroloni), un contratto, una motivazione e tante altre cose che no, tra noi non ci sono. Non ho mai visto un ortopedico che ingessa un piede al ristorante e nemmeno un cardiologo che ausculta un torace qualunque al cinema. Non ho mai visto un oculista che tra un set e l’altro della sua agognata partita di tennis diagnostichi un glauma ad angolo aperto. Mai. Allo stesso modo, care amiche, sono certa che non chiedereste un consulto ginecologico in palestra e nemmeno voi, gentili amici, chiedereste un consulto urologico allo stadio quindi, mi domando, perché mai per noi psichiatri dovrebbe essere diverso? Perché a noi chiedete e chiedete e chiedete qualunque cosa, in qualunque posto? E soprattutto: come mai pretendete delle risposte? Amo il mio lavoro dalle 9 alle 18, lo amo quindi negli orari in cui lavoro, lo amo quando sento che viene rispettato, lo amo infinitamente quando mi permette di avvicinarmi a emozioni e sentimenti forti e sono sempre profondamente grata ai miei pazienti. Ripeto: ai miei pazienti. 

Non a te che non sei un mio paziente e stai calpestando i miei studi, la mia professionalità declassandomi ad una cartomante che ti fa un giro di tarocchi ai mercatini di Rimini. Noi non leggiamo nel pensiero, non abbiamo il super potere di predirti il futuro o anticiparti se il tipo che hai conosciuto sul tram ti scriverà oppure o no. (Credo però di poterti dire, con un margine di certezza piuttosto importante, che lui non lascerà sua moglie e i suoi 5 figli per te, ma questo è un altro discorso). Non te lo so dire, in questo momento, perché hai gli attacchi di panico e no, non ho portato il ricettario perché nella Louis Vuitton c’ho messo il rossetto e soprattutto perché mica te le prescrivo cosi “due cosine” per dormire... però, ascoltami, una cosa medica voglio suggerirtela: parlarne con uno specialista... e non in pizzeria!! *Quanto detto è esclusivamente rivolto ai narcisisti che talvolta incontro e che ritengono di essere talmente interessanti da valere una consulenza spiccia con rilascio immediato di relazione clinico-astrologico-karmica. Non bistrattate la Psichiatria perché è una branca medica importante che merita dignità!  

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